CALENDARIO CONCERTI
DOLCE ‘600 – MUSICA INGLESE E ITALIANA
CONCERTO DI MUSICA DA CAMERA
PAMELA MONKOBODZKI, flauti dolci
LUCIANA ELIZONDO, viola da gamba
MARIA LUISA BALDASSARI, clavicembalo
Simon Ives (1600 – 1662)
The Fancy – The Virgin
William Lawes (1602 – 1645)
Dearest, all Faire
Suite N°1
Fantasia, Almand e Galliard
Henry Purcell (1659 – 1695)
Ground in Do m
Matthew Locke (1622 – 1677)
Suite N° 8
Pavan, Courant, Ayre e Saraband
Thomas Hume (1574 – 1645)
Pavane
A Souldier´s Galliard
Simon Ives (1660 – 1657)
Almand e Courant
Jan Van Eyck (1590 – 1657)
Amarilli mia bella
Girolamo Frescobaldi (1583 – 1643)
Canzona Quinta
Bernardo Storace (1637 – 1664)
La Monica
Maurizio Cazzati (1616 – 1678)
Balletto e Corrente Primo
G. B. Fontana (1589 – 1630)
Sonata seconda
Curriculum:
C’è un aspetto che accomuna la situazione della
vita musicale a Londra a quella delle grandi
città italiane durante il Seicento, ed è la
nascita del “concetto di pubblico”.
Si apre il primo teatro d’opera a Venezia,
nascono i primi concerti pubblici regolari a
pagamento a Londra. La musica diventa un evento
destinato a un pubblico in senso stretto,
un’assemblea di spettatori e uditori.
Per un altro verso, la vita musicale nel ‘600
europeo si apre sempre più verso la
“pubblicità”, espandendosi in una gran
moltitudine di forme di consumo musicale
collettivo. Come mai prima di allora si fa musica
nelle città e nelle corti europee, in feste,
tornei, cortei, balletti, ecc. La musica è
sorgente di festa e prestigio, divisa sonora di
un’istituzione, intrattenimento collettivo di
una città, addobbo acustico di una cerimonia,
strumento di culto, allegoria dimostrativa di
potere. Sorgono anche forme diffuse di
dilettantismo strumentale domestico, alimento
della grande espansione editoriale. E’ un
periodo dove la musica strumentale solistica e
d’assieme “tira” nel mercato al consumo
privato. L’ascolto consapevole e competente
viene segregato a una élite. Si perde quella
circolarità tra produzione e consumo musicale
implicita nella poetica e polifonia vocale
cinquecentesca, prendendo la musica un ruolo
pubblico assunto dall’esibizione musicale.
Il fatto che per la prima volta si manifesta
chiaramente una frattura tra chi esegue musica e
magari compone musica da una parte, e dall’altra
chi ascolta (nel senso che già non si identifica
nella stessa persona interprete e destinatario
della musica come nella funzione liturgica) è in
accordo con la concezione della musica seicentesca
italiana come strumento emotivo, capace di muovere
gli “affetti”, commuovere, toccare le corde
dell’animo umano. Questa musica, che usa un
linguaggio concepito dai compositori sempre in
rapporto con le regole della retorica, riesce a
toccare e coinvolgere il pubblico nella trama del
discorso musicale.
Ingresso offerta
I concerti del San Giacomo Festival sono organizzati a sostegno della distribuzione degli alimenti ai bisognosi presso i PP. Agostiniani di Bologna.
A concerto iniziato non sarà consentito l’ingresso in sala.